Un viaggio nello spazio e nel tempo lungo il bacino del Mediterraneo attraverso le rotte tracciate dal jeans, tessuto dalle origini antichissime e grande protagonista della storia della moda e del costume moderno e contemporaneo.
Si chiama Au revoir ed è il progetto dell’artista Ettore Favini curato da Connecting Cultures e vincitore del bando Italian Council 2019. Favini trasforma le trame del jeans in un’opera d’arte che entrerà a fare parte delle collezioni del Museo del Novecento di Milano. Secondo la mission di Connecting Cultures, Au revoir è il risultato di una metodologia interdisciplinare e multiculturale: l’artista ha concepito un’opera di arte partecipata, un’alternanza di arazzi e piccole sculture in bronzo realizzati in collaborazione con rappresentanti e artigiani tessili delle comunità egiziana e nordafricana di Milano e Chieri (To). L’installazione è stata esposta per la prima volta al Carré d’art contemporain di Nîmes dal 22 febbraio al 31 ottobre 2020 in una mostra corredata da una pubblicazione dedicata.
Au revoir è un progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (6. Edizione, 2019), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

Immaginare il Mediterraneo
Au Revoir ha raccolto intorno a sé studiosi, curatori, geografi, botanici, specialisti di diritti umani, direttori di museo, migranti dell’Africa del Nord in un ritratto corale del Grande Mare, un incontro tra le culture che ponga le basi di un rinnovato scambio di esperienze e di visioni.
A partire dal Progetto Au Revoir, viaggio che attraversa in lungo e in largo il Mediterraneo alla ricerca di quelle contaminazioni e ibridazioni da Sud a Nord ma anche vice versa, da Est a Ovest e ritorno, vorremmo proporre un approfondimento sull’identità del Grande Mare accogliendo anche altri contributi in grado di portare alla reinvenzione di un lessico quotidiano, al posto delle parole d’ordine dominanti.
Non un dualismo tra confini aperti o chiusi, società semplici o complesse, tra antico e moderno, civiltà del Nord e del Sud, ma un universo ricco di biodiversità, di culture in dialogo e in divenire, di nuovi innesti e scambi laddove le popolazioni s’incontrano e si contaminano.
Opera Ettore Favini, Cammed, 2020, dettaglio