Piero D’Angelo ha vinto la terza edizione di Imagining Sustainable Fashion Award con Grow Your Own Couture, un progetto che permette di creare un indumento con i licheni con l’utilizzo di un kit di moda fai-da-te semplice da usare, al fine di assorbire l’inquinamento intorno a chi lo indossa.
La visione di un futuro che comunica l’importanza di riconnettersi con il mondo naturale attraverso la moda e di riparare le relazioni tra le persone e il pianeta che ha affascinato la giuria del premio internazionale ideato da Connecting Cultures e Class dedicato a una nuova comunicazione della moda sostenibile.
Piero D’Angelo è un designer di moda e tessile con sede a Londra, che sta focalizzando la sua ricerca sulle modalità in cui la biotecnologia può influenzare il settore della moda. D’Angelo ha studiato Textile Design alla Central Saint Martins e conseguito un master in Fashion Womenswear presso il prestigioso Royal College Art. Ha ricevuto il premio Dorothy Waxman Textile Design Prize e ha esposto alla Biennale di St Etienne ed è stato semi-finalista del LVMH Prize 2020 per giovani designer.
Nel suo studio di design viene applicato un approccio multidisciplinare al design, con l’obiettivo di esplorare come i materiali naturali e il Biodesign possano essere utilizzati per creare tessuti nuovi e innovativi e contribuire alla slow fashion.
Nato nel 1987 in Italia a Colledimezzo, in provincia di Chieti, D’Angelo risiede stabilmente in Inghilterra. “Sono venuto a Londra dodici anni fa, dopo avere frequentato il Dams a Roma e fatto delle esperienze come costumista, con il desiderio di compiere un salto di qualità nella mia formazione con l’iscrizione alla Central Saint Martins dove mi sono laureato nel 2016 – si racconta nell’intervista dopo la vittoria di Imagining Sustainable Fashion Award -. Alla Central Saint Martins ho appreso un approccio molto pratico alla ricerca, al processo, al disegno: un metodo di studio che stimola una creatività libera di sperimentare senza condizionamenti. Durante gli studi ho scoperto una forte relazione con i materiali e quindi con i tessuti. Ho deciso quindi di continuare il mio percorso nel tessile applicato principalmente alla moda anche se il mio percorso di formazione ha frequentemente sconfinato in forme d’arte come la scultura”.

Dalla Collezione Grow Your Own Couture di Piero D’Angelo. Ph. Laureen Missaire
Il tuo progetto è stato apprezzato perché esprime un pensiero davvero differente. Come si è formato?
“Dal mio percorso di formazione che mi ha portato a interessarmi alle biotecnologie e allo studio dei licheni e ad applicarle alla mia professione attraverso il biodesign. Un processo che mi ha naturalmente portato alla consapevolezzadella necessità di un diverso rapporto tra gli esseri viventi e di cambiamento radicale nell’approccio alla moda. Sono sempre stato interessato alla moda non come prodotto commerciale ma come il mezzo d’espressione di un’idea, la possibilità per ognuno di raccontarsi attraverso un capo di abbigliamento. Non mi è mai interessato produrre abiti che tutti vorrebbero indossare indistintamente come è nelle logiche del fashion system”.
Che cosa ti affascina dei licheni?
“I licheni sono una specie straordinaria e la più antica del nostro pianeta, che cresce ovunque sulla Terra, dai deserti alle regioni antartiche. Non sono un unico organismo, ma un fungo e un’alga che vivono in simbiosi. Esistono in molte forme, strutture e colori diversi e possono essere utilizzati come bio-monitor per valutare il livello di inquinamento nel nostro ambiente. Questo perché i licheni assorbono gli inquinanti come l’azoto o il biossido di zolfo e li metabolizzano in composti meno pericolosi o non pericolosi”.
Come è nata idea di Grow Your Own Couture?
“Studiando le potenzialità dei licheni e dall’idea di creare abiti che abbiano la stessa funzionalità di questi esseri viventi. Mi affascinava l’idea di coltivare abiti in simbiosi con la natura, come avviene con i licheni che crescono ovunque: pietra, legno, tessile, reti, gomme. Ho iniziato il processo creativo per l’abito e ho iniziato a sperimentare l’estetica del lichene e la sua funzionalità nell’abito. Mi piaceva che ci fosse interattività tra l’abito e chi lo va a indossare. La coltivazione del lichene è un processo lungo: ci vogliono 18 mesi prima che appaia la prima cellula. Mentre la pianta cresce, si crea una meditazione e una consapevolezza sul senso dell’abito stesso e della moda in generale che va profondamente contro le logiche del fast fashion. Oggigiorno entriamo in un negozio e rapidamente acquistiamo un abito, senza attribuire valoreal capo e al lavoro che lo sottintende. Quando invece anche tu sei parte del processo, lo comprendi in tutte le sue fasi riconoscendo anche l’importanza del lavoro necessario alla produzione e quindi al suo rispetto”.

il Kit di Grow Your Own Couture. Ph. Piero D’angelo
Ci descrivi il kit di ‘Grow Your Own Couture?
“Il kit è stato progettato con l’idea di consentire a tutti di sperimentare la coltivazione dei licheni e creare con questi affascinanti esseri viventi i propri capi d’abbigliamento, con l’intento di immaginare le possibilità di una moda sostenibile e autoprodotta in futuro. Innanzitutto, occorre preparare un bagno di soluzione, con acqua calda, proteine in polvere e licheni essiccati. Poi l’indumento viene immerso e lasciato per 12 ore per iniziare a crescere. Dopodiché, deve solo essere mantenuto umido e può essere apprezzato per gli anni a venire. In pochi e semplici passaggi, chiunque può creare il proprio abito vivente”.
Come è che un progetto del genere è proposto a un premio per la comunicazione come Imagining Sustainable Fashion?
“La visione di questo progetto è di comunicare l’importanza di riconnettersi con la natura attraverso la moda e di riparare le relazioni tra le persone e il pianeta. Volevo trasmettere l’idea e un nuovo modo di pensare alla moda non come a un prodotto ma come sistema. L’abito di Grow Your Own Couture non è in vendita, non è un prodotto che puoi comprare ma vuole semplicemente comunicare la possibilità di un’inedita relazione simbiotica simile a quella esistente nei licheni stessi. L’elemento fai-da-te trasforma l’idea futuristica in una realtà tangibile in opposizione all’attuale fashion system che prevede l’abito creato dal designer, la produzione, la vendita, i ricavi, il guadagno. Un’idea di business con una traiettoria definita che ha portato alle disastrose conseguenze di oggi”.

Un modello di Grow Your Own Couture. Ph. Laureen Missaire
Che cosa è risultato dal tuo progetto?
“Ispirandomi all’idea di Grow Your Own Couture ho creato una collezione di abiti che ha sfilato ma che non è stata pensata per essere venduta. Ho voluto proporla nel contesto più riconoscibile nell’ambito moda ma i capi possono essere considerati soprattutto delle installazioni, per stimolare la possibilità di immaginare quale potrebbe l’abbigliamento del nostro futuro”.
Che sviluppo prevedi per il tuo progetto?
“Mi piacerebbe molto attivare lo scambio con diverse competenze nell’ambito della biochimica, della biomimica, della biotecnologia per approfondire le conoscenze sulla coltivazione dei licheni. Nell’ambito tessile e moda immagino delle applicazioni nella creazione di una fibra che possa diventare filo e tessuto, dotato come i licheni della capacità di assorbire gli agenti inquinanti presenti nell’ambiente. Mi stimola anche molto la sperimentazione dei licheni come materiale da declinare per lavori in ambito artistico”.
Cosa ha significato per te vincere Imagining Sustainable Fashion Award?
“Questo premio mi dà la motivazione per proseguire in un percorso che ho scelto di intraprendere con entusiasmo ma che non è sempre semplice e agevole da portare avanti. Sono contento che si riconosca la direzione di un designer che ha indirizzato la sua creatività e la sua professione nel biodesign con applicazioni molto differenti dalla tradizione della moda”.
(Paola Baronio)