Nelle pratiche che si stanno definendo come artistic commoning o commoning art, quello che mi interessa come artista è capire le specifiche modalità di azione, del fare comune. In tutti i lavori sui commons spesso c’è un difetto di analisi metodologica. Da qualche tempo tutto è definibile come “beni comuni” tanto che questa parola finisce per svuotarsi e diventare solo un nome, utilizzato in tutti i modi.
Piuttosto, bisognerebbe formulare un approccio metodologico serio. In particolare l’approccio delle istituzioni artistiche e culturali è spesso in contrasto con necessarie azioni da compiere sia perché il respiro temporale e l’orizzonte di azione sono limitati, sia perché il processo di autorialità mal si addice al fare comune.

La foto: Marzia Migliora, Luigi Coppola, IO IN TESTA, 2013, stampa fotografica lambda, 110 x 180 cm / lambda photo print, 110 x 180 cm

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