Il progetto Patrimonio Dissidente dell’artista Cosimo Veneziano a cura della Fondazione Connecting Cultures in collaborazione il MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (MB) e con l’associazione qwatz, contemporary art platform è tra i vincitori di Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Patrimonio dissidente costituirà un archivio di opere fotografiche che documentano e rielaborano una variegata memoria non soltanto scomoda ma talvolta persino imbarazzante di statuaria, monumenti, architetture e paesaggi principalmente italiani, commissionati per motivi diversi e che hanno provocato proteste o creato scompiglio, spesso vandalizzati o persino rimossi durante tutto il Novecento fino ai nostri giorni. 

L’artista interverrà sulle immagini con un trattamento manuale di coloritura ad anilina come usava sulle foto analogiche di un tempo, intervento teso a rendere evidente i continui quanto sottili cambiamenti della storia, della sensibilità, nonostante e a dispetto dei materiali utilizzati per l’eternità quali il marmo, il bronzo e il ferro. 

Le 14 opere fotografiche di Cosimo Veneziano si riferiscono non tanto a epoche o luoghi, ma a diverse categorie di “problematicità”: monumenti protestati nel secondo dopoguerra dopo la fine dell’epoca fascista. Fra questi la stele di Axum, l’obelisco realizzato tra il I e IV secolo dopo Cristo, rinvenuto durante la guerra di Etiopia, trasportato in Italia nel 1936 circa e restituito all’Etiopia soltanto nel 2005; o come il caso del Bigio di Brescia, un colosso nudo del 1932, alto 7 metri e mezzo in marmo di Carrara contestato prima dal vescovo per le sue crude nudità, in seguito come evidente celebrazione di valori sorpassati, poi vandalizzato e in fine rimosso il 13 ottobre 1945,  finito in un magazzino bresciano. Altre categorie comprendono figure politiche italiane del giornalista Indro Montanelli e dell’ex leader del partito socialista Bettino Craxi entrambe vandalizzate ma ancora in piedi; statuaria dell’est Europa tra le quali un monumento di Lenin a Kiev, rimossa soltanto nel 2015 in seguito alle proteste dell’Euromaidan.  

Figure tanto diverse, elette a torto o a ragione come simboli del colonialismo occidentale, quali Cristoforo Colombo a Rhode Island, mito costruito soprattutto dagli immigrati italiani e irlandesi in cerca di legittimazione, e Edward Colston a Bristol, mercante di schiavi finito nelle acque del porto di Bristol nel 2020. 

Categoria tra le più dolorose, due statue dedicate a figure femminili la Violata, realizzata a Ancona in ricordo delle donne vittime di violenza di Floriano Ippoliti, finanziato dalla Commissione per le Pari Opportunità e una statua dedicata a Manuela Arcuri, attrice e modella a Porto Cesareo. Entrambe le raffigurazioni hanno suscitato proteste e polemiche da parte dei cittadini che hanno giudicato le raffigurazioni inadeguate a una sensibilità contemporanea.

Tale eredità complicata e decisamente dibattuta per i molti motivi soltanto accennati costituiscono insieme il Patrimonio Dissidente che andrà ad aggiungersi al nucleo fotografico del museo di Lissone.  La struttura e la stampa delle fotografie è progettata per essere nomade, costituendo dunque un archivio “portatile”, facile da installare negli spazi pubblici.

L’opera di Cosimo Veneziano apre a importanti riflessioni sulla precarietà delle volontà di chi ha commissionato tali monumenti e sull’instabilità dei presunti valori che esprimono. 

Le immagini fotografiche selezionate provengono in parte dai viaggi dell’artista, ma per quanto riguarda le statue rimosse in Italia, l’artista cercherà la collocazione originaria partendo dal fondo fotografico conservato a Roma presso INASA (Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte).  

Patrimonio Dissidente si apre a gennaio 2024 con una residenza artistica presso l’Associazione qwatz, contemporary art platform a Roma per concludersi a settembre con l’esposizione finale al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone e l’acquisizione nella collezione permanente del MAC.

Il progetto prevede un public program con incontri e testimonianze al Museo delle Civiltà di Roma, all’Università Alma Mater di Bologna, alla Fondazione Fitzcarraldo di Torino, all’Associazione Izolyatsia di Kiyv e alla Fabbrica del Vapore di Milano. Il public program si avvarrà dell’importante contributo scientifico di studiosi ed esperti fra i quali Lisa Parola, Matteo Lucchetti, Francesca Guerisoli, Anna Detheridge e Roberto Pinto.

In apertura “Leone di Giuda presso l’obelisco ai Caduti di Dogali a Roma” Ph. Cosimo Veneziano 

 

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