Progetto vincitore della I edizione del bando Italian Council, concorso ideato e sostenuto dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.
Il progetto nasce da un’idea dell’artista nel 2014, nell’ambito di un progetto espositivo sul tema della legalità, a cura di Connecting Cultures, Isole e Caterina Niccolai, presso il Tribunale di Palermo. Tra il 2017 e il 2018, il lavoro di Frapiccini si è svolto in sei mesi complessivi di residenza in Sicilia, per portare a termine la sua indagine sulle vittime e i protagonisti delle guerre di mafia.
L’installazione fotografica è il frutto di un progetto partecipativo che ha coinvolto archivi storici e centri studi sulle mafie, familiari delle vittime, scuole e biblioteche di Palermo e del resto di Italia, in un percorso di ricerca sui personaggi che hanno caratterizzato la stagione di lotta alla mafia tra gli anni ’70 e ’90 del XX secolo. L’approccio scelto dall’artista focalizza la dimensione intima che si manifesta nelle testimonianze del lavoro di magistrati, giornalisti, sindacalisti e ispettori di Polizia, o cittadini che hanno speso la propria vita contro la mafia. Attraverso la documentazione fotografica il progetto mette in luce gli strumenti quotidiani, come appunti, discorsi, registri e note, raccolti e custoditi nei molti archivi privati. Si tratta dunque di un archivio in fieri, che tramite un’installazione accessibile, consultabile e coinvolgente, invita il pubblico ad addentrarsi nella quotidianità dei singoli percorsi. L’analisi dell’artista è rivolta in particolare alle relazioni tra le linee investigative che sono state seguite in parallelo, o a distanza di anni, da persone diverse. Tali piste sono state interrotte poiché costituivano una minaccia per i traffici mafiosi; le persone sono state uccise, ricorda l’artista con questo lavoro, proprio perché troppo brave nella loro Azione.
Il progetto si inserisce nel programma di Palermo Capitale della Cultura Europea 2018, e inizia il suo viaggio in concomitanza con l’apertura di Manifesta12. Dopo di che proseguirà verso Bruxelles per essere esposta all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles e si concluderà con l’acquisizione nelle collezioni del Museo Comunale d’Arte Moderna, dell’informazione e della fotografia di Senigallia (AN) che ne organizzerà un’ulteriore esposizione temporanea, visitabile fino a Marzo 2019.
Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima è realizzato con il Patrocinio del Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura e Assessorato alle Politiche Giovanili, Scuola, Lavoro, Salute e la collaborazione dell’ Accademia di Belle Arti di Palermo – Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte; Archivio Storico Comunale di Palermo; Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles; Liceo Artistico Catalano di Palermo; Liceo Artistico Ragusa-Kiyohara di Palermo; MUSINF – Museo d’Arte Moderna, dell’Informazione e della Fotografia di Senigallia. Media partner: Exibart.
Il catalogo della mostra è pubblicato da Silvana Editoriale, Milano.