“ARTE, PATRIMONIO e DIRITTI UMANI”
concorso per giovani artisti e istituzioni culturali
3a edizione
a cura di Connecting Cultures e Fondazione Ismu – Settore Educazione – Patrimonio e Intercultura
con il sostegno della Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee (PaBAAC) del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e col patrocinio dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), dell’Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI) e dell’International Council of Museums – Comitato Nazionale Italiano (ICOM Italia)
Concorso dedicato alla memoria di Silvia dell’Orso, giornalista e saggista, che ha dato un importante contributo alla conoscenza e alla divulgazione di tematiche cruciali inerenti la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale
LE PREMESSE
La riflessione sottesa al concorso “Arte, Patrimonio e Diritti Umani” è che le specificità di ogni lingua, di ogni cultura, di ogni luogo o paesaggio, i segni, le tracce, le caratteristiche, l’etimologia e le idiosincrasie che hanno acquistato senso con il tempo e con l’uso sono intraducibili. Questo vale ancora di più in un contesto globale caratterizzato da migrazioni, scambi continui, ibridazioni linguistiche e culturali. La stessa cultura di massa, pur diffondendo modelli che vorrebbero essere universali, in realtà si nutre e si modifica continuamente, assorbendo e inglobando parole, segni, immagini, memorie e stereotipi di culture e contesti sociali molto diversi. In questo confuso ma prolifico alternarsi di tradizioni e neologismi culturali diventa sempre più rischioso pensare a un modello unico di interpretazione. È spesso proprio questo presupposto a condurre verso il pregiudizio e l’incomprensione. Il problema della “traduzione culturale” va dunque affrontato secondo modalità e approcci complessi, utilizzando strumenti critici e interdisciplinari, per conservare – nel processo di comprensione dell’“altro” – quegli elementi enigmatici che la traduzione non potrà mai rendere.
Sono queste alcune tra le questioni affrontate dalla Convenzione Unesco del 2005 per la protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, ratificata anche dall’Italia (http://www.unesco.it/cni/index.php/cultura/diversita-culturale). Considerata un atto fondante di una nuova etica per il terzo millennio, in quanto vi si afferma il principio dell’eguale dignità e del rispetto di tutte le culture, la Convenzione indica tra le proprie finalità la creazione di condizioni “tali da consentire alle culture di prosperare e interagire liberamente in modo da arricchirsi a vicenda”, il sostegno al “dialogo tra le culture al fine di assicurare scambi culturali più intensi ed equilibrati nel mondo” e lo stimolo dell’interculturalità, intesa come “l’esistenza e l’interazione paritaria di diverse culture e la possibilità di generare espressioni culturali condivise mediante il dialogo e il rispetto reciproco”. Il Premio sostiene lo sviluppo di questa particolare dimensione dei “diritti umani”, nella convinzione che una società plurale si fondi sulla costruzione di politiche e prassi che pongano al centro l’attivazione di nuovi saperi, consapevolezze e relazioni.
IL CONTESTO
Alla luce di queste riflessioni, i quesiti di fondo che i soggetti promotori del bando si sono posti sono: qual è il contributo delle istituzioni culturali alle questioni della “traduzione” e della diversità, e quale il loro effettivo impegno nella promozione di una piena partecipazione dei “nuovi cittadini” alla vita culturale della comunità di cui sono entrati a far parte?
Alla prova dei fatti, l’idea che le politiche culturali debbano giocare un ruolo attivo nella lotta al pregiudizio, all’incomprensione, all’omologazione è tutt’altro che pacificamente acquisita; ancora oggi i diritti culturali dei cittadini di origine immigrata tendono a essere declassati a questione di marginale importanza, e comunque ritenuti al di fuori della sfera di competenza delle istituzioni culturali mainstream, la cui funzione principale è di promuovere l’eccellenza.
E quindi ecco sorgere altri quesiti: come stimolare le istituzioni alla promozione e al sostegno di progetti genuinamente interculturali? Non sono forse gli artisti un possibile, prezioso alleato in questo processo, grazie al contributo che possono offrire allo sviluppo di nuovi punti di vista sulle nozioni di “patrimonio” e “identità” e all’esplorazionedi nuove modalità di dialogo e interazione con le comunità locali? Se da un lato molte istituzioni culturali hanno sinora faticato ad andare oltre il semplice modello di sviluppo dell’accesso (“aprendo le porte” ai migranti e offrendo loro l’abc di un patrimonio “dato”, sino a quel momento a loro precluso), dall’altro gli artisti operano sovente in assenza del sostegno delle istituzioni, e vedono il loro lavoro relegato all’episodicità.
SPECIFICITÀ E OBIETTIVI DEL CONCORSO
I progetti presentati devono tenere conto delle seguenti finalità del Premio:
– Favorire la collaborazione fra artisti e istituzioni/enti culturali nella realizzazione di progetti che promuovano il dialogo fra individui portatori di sensibilità culturali differenti in specifici contesti urbani o di comunità, generando nuove consapevolezze e relazioni.
– Promuovere l’utilizzazione dei linguaggi artistici e della creatività nella risoluzione di problematiche concrete legate al territorio grazie alla partecipazione di cittadini, comunità ed istituzioni.
– Porre maggiore enfasi sul riconoscimento delle politiche di empowerment e di inclusione culturale quali “prassi ordinaria” da parte di istituzioni/enti culturali radicati nel territorio quale fattore chiave di sostenibilità, continuità e capillarità degli interventi.
Nel testo di bando Connecting Cultures e Fondazione Ismu – Settore Educazione – Patrimonio e Intercultura offrono alcune chiarificazioni terminologiche e metodologiche in linea con le specificità del bando, utili a tutti coloro che intendono partecipare al concorso.
Soggetti ammissibili
Condizione imprescindibile per poter partecipare al concorso è che i progetti nascano dalla collaborazione fra giovani artisti ed istituzioni e/o enti culturali, e più in particolare:
* Giovani artisti, videomaker, designer, filmmaker, performer, fotografi, italiani e stranieri, singolarmente o come collettivo, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, residenti in Italia o comunque attivi sul territorio italiano.
Sono ammessi anche coloro che compiono 35 anni nell’anno in corso. Per i collettivi di artisti si intende che ogni componente deve avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.
* Istituzioni culturali (musei, biblioteche e archivi) e/o enti che si dedicano alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale (centri di studio, di approfondimento e di promozione culturale, associazioni e fondazioni culturali, accademie presenti su tutto il territorio nazionale).
Il ruolo dell’istituzione/ente culturale promotore è di garantire la “effettiva” realizzabilità e sostenibilità del progetto proposto, promuovendo una partecipazione dei cittadini e delle comunità tesa a innescare e favorire reali processi di dialogo, scambio, interazione e trasformazione.
La collaborazione tra questi due attori fondamentali può nascere per iniziativa dell’artista, o viceversa dell’istituzione/ente culturale, che identifica un artista o un collettivo insieme al quale sviluppare un’idea progettuale.
I termini della collaborazione verranno stabiliti in accordo tra le due parti.
Il premio
Il concorso mette in palio un premio in denaro di 5.000,00 euro lordi, che verrà versato direttamente all’artista o agli artisti vincitori per la realizzazione del progetto selezionato. All’interno di questo budget, il compenso dell’artista non deve superare i 2000,00 euro lordi.
Non si esclude che il progetto possa realizzarsi anche attraverso il cofinanziamento da parte di altri soggetti pubblici o privati.
La giuria
La giuria sarà composta da rappresentanti degli enti promotori, da professionisti del mondo della cultura e dell’arte di comprovata esperienza nell’ambito oggetto del concorso, e da mediatori culturali:
Anna Detheridge, presidente di Connecting Cultures
Silvia Mascheroni, Fondazione Ismu – Settore Educazione – Patrimonio e Intercultura
Sandra Tucci, Servizio architettura e arte contemporanee, Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, MiBAC
Erminia Sciacchitano, Segretariato generale MiBAC
Adrian Paci, artista
Francesca Togni, Coordinamento Progetti Educativi, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
Dudù Kouate, mediatore museale
Almir San Martin, mediatore museale
Ai lavori della giuria prenderanno parte inoltre:
Simona Bodo, Fondazione Ismu – Settore Educazione – Patrimonio e Intercultura
Laura Riva, Connecting Cultures
Tempistiche
23 aprile 2013
Apertura delle iscrizioni online
15 gennaio 2014
Termine per la consegna dei progetti da inviare all’indirizzo l.riva@connectingcultures.info
Fine gennaio 2014
Premiazione e pubblicazione dei progetti finalisti sui siti:
www.connectingcultures.it;
www.ismu.org/patrimonioeintercultura;
www.pabaac.beniculturali.it
>>> MATERIALI DA SCARICARE
Arte Patrimonio e Diritti Umani_Bando di concorso 2013
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