Mer Fermée – Mappa di Vinland

250,00 IVA inclusa

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Ettore Favini, Mer fermée, Mappa di Vinland, 2020
Stampa collografica su carta Tiepolo
Edizione limitata
Esemplare 2/3 numerato e firmato dall’artista Ettore Favini
35×50 cm
Ogni esemplare è corredato da una custodia ideata dall’artista

 

L’esemplare fa parte di una serie di 16 stampe in edizione limitata, create da Ettore Favini per Connecting Cultures.

La serie riprende l’opera Mer Fermée, costituita da 16 cianotipie realizzate dallo stesso artista per il progetto Au Revoir, e ora parte delle collezioni permanenti del Museo del Novecento di Milano.

Mer Fermée raffigura le più importanti mappe del Mediterraneo descritte o raffigurate da studiosi, filosofi e cartografi di differenti epoche e civilizzazioni, dal mondo greco alla contemporaneità.

La stampa Mappa di Vinland è ricavata da una discussa carta geografica, forse copia di un originale del XIII secolo, che rappresenta tutta l’Ecumene del XV secolo. Oltre a includere Europa, Asia e Africa, rappresenta anche Islanda, Groenlandia e più a ovest, una terra denominata “Vinilanda Insula” (isola di Vinland”) ossia il continente delle Americhe. Al suo interno la mappa reca un’iscrizione che parla della sua presunta scoperta da parte dei Vichinghi nell’XI secolo. La mappa di Vinland sarebbe dunque una prova del fatto che alcuni europei, nella fattispecie i Vichinghi, avrebbero scoperto l’America cinquecento anni prima di Cristoforo Colombo.

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Descrizione

Approfondimenti:
L’esemplare fa parte di una serie di 16 stampe in edizione limitata, create da Ettore Favini a conclusione del progetto Au Revoir.

Au Revoir,  il progetto d’arte partecipata dell’artista Ettore Favini, curato da Connecting Cultures e vincitore del bando Italian Council 2019, ha affrontato il complesso tema dell’identità del Mediterraneo attraverso una delle sue più antiche tradizioni artigianali: la tessitura di un cotone robusto bagnato nell’indaco o nel guado trasportato in tutto il mondo, metafora dimenticata della cultura del Mare di Mezzo, oggi conosciuto come jeans.

Le opere realizzate nel corso del progetto, durante una serie di laboratori partecipati con migranti del Nord-Africa e la comunità egiziana di Milano, sono state esposte da Febbraio a Ottobre 2020 presso il Carré d’Art Contemporain di Nîmes in una mostra curata da Roberta Garieri, per poi entrare a far parte della Collezione Permanente del Museo del Novecento di Milano.

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