Mer Fermée – Mappa Mundi di Heinrich Hammer

250,00 IVA inclusa

Ettore Favini, Mer fermée, Mappa Mundi di Heinrich Hammer, 2020
Stampa collografica su carta Tiepolo
Edizione limitata
Esemplare 2/3 numerato e firmato dall’artista Ettore Favini
35×50 cm
Ogni esemplare è corredato da una custodia ideata dall’artista

 

L’esemplare fa parte di una serie di 16 stampe in edizione limitata, create da Ettore Favini per Connecting Cultures.

La serie riprende l’opera Mer Fermée, costituita da 16 cianotipie realizzate dallo stesso artista per il progetto Au Revoir, e ora parte delle collezioni permanenti del Museo del Novecento di Milano.

Mer Fermée raffigura le più importanti mappe del Mediterraneo descritte o raffigurate da studiosi, filosofi e cartografi di differenti epoche e civilizzazioni, dal mondo greco alla contemporaneità.

La stampa Mappa Mundi di Heinrich Hammer è ricavata dall’omonima mappa di Henricus Martellus Germano (1480 e il 1496). Originario di Norimberga, tra il 1489 e il 1491 circa, il cartografo e geografo Heinrich Hammer produsse almeno una mappa del mondo straordinariamente simile al globo terrestre prodotto da Martin Behaim intorno al 1492, l’Erdapfel. La sua straordinaria mappa, riprende per completamento il Mediterraneo come illustrato da Tolomèo, inoltre è interamente coperta di scritte, oggi illeggibili, con indicazioni su dove trovare perle e mostri marini. Tali testi potrebbero rivelare particolari fondamentali su quello che sapeva Colombo quando organizzò la sua spedizione, ma che in oltre cinquecento anni sono ormai divenuti indecifrabili.

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Descrizione

Approfondimenti:
L’esemplare fa parte di una serie di 16 stampe in edizione limitata, create da Ettore Favini a conclusione del progetto Au Revoir.

Au Revoir,  il progetto d’arte partecipata dell’artista Ettore Favini, curato da Connecting Cultures e vincitore del bando Italian Council 2019, ha affrontato il complesso tema dell’identità del Mediterraneo attraverso una delle sue più antiche tradizioni artigianali: la tessitura di un cotone robusto bagnato nell’indaco o nel guado trasportato in tutto il mondo, metafora dimenticata della cultura del Mare di Mezzo, oggi conosciuto come jeans.

Le opere realizzate nel corso del progetto, durante una serie di laboratori partecipati con migranti del Nord-Africa e la comunità egiziana di Milano, sono state esposte da Febbraio a Ottobre 2020 presso il Carré d’Art Contemporain di Nîmes in una mostra curata da Roberta Garieri, per poi entrare a far parte della Collezione Permanente del Museo del Novecento di Milano.

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