Storia

Da più di 17 anni Connecting Cultures lavora con artisti, architetti, designers, performers e il pubblico con obiettivi interdisciplinari e interculturali tesi alle seguenti finalità:  favorire una consapevolezza collettiva delle risorse e delle potenzialità del locale; formare giovani professionisti nell’ambito delle arti visive; offrire occasioni di emancipazione e capacity building nell’ambito degli scambi interculturali; progettare e realizzare nuove ecologie urbane; agire da catalizzatori verso un cambiamento e un futuro sostenibili.
Tra i principali progetti realizzati negli anni si contano: la mostra seminale del 2003,  
Arte pubblica in Italia. Lo spazio delle relazioni, in collaborazione con Cittadellarte-Fondazione Pistoletto. Alla mostra hanno partecipato tra gli altri, Alberto Garutti, Cesare Pietroiusti, Multiplicity, Link, Stalker, Emilio Fantin, Gruppo A12, Artway of Thinking.

Esperienze di rigenerazione del territorio quale il Progetto Valdarno, progetto commissionato dalla Regione Toscana e con la collaborazione del collettivo Artway of thinking. L’esperienza biennale in Toscana (2004-2006) è riassunta nella pubblicazione “Progetto Valdarno. Una visione in movimento”, edita in italiano e in inglese da Connecting Cultures.

Arte e Sopravvivenza, tra la Bosnia e l’Italia a partire dal 2005, ha dato vita ad una serie di progetti: un workshop in collaborazione con due sedi dell’istituto ospedaliero a Est e a Ovest di Mostar con Cesare Pietroiusti e una conferenza internazionale nel 2007, in collaborazione con la Triennale di Milano e la Unicredit Foundation. Tra le opere prodotte il libro d’artista “Individual Utopias. Script for an audiodrama” e la performance di Lala Raščić, presentati a Milano nel 2009.

Nel febbraio 2007, Connecting Cultures ha aperto il Centro di Documentazione negli spazi di via Merula 62 presso un antico mulino, Il Molino di Sopra, in una bolla di verde agricolo dimenticato tra i campi di riso all’interno della città, dieci minuti dal Duomo di Milano.

Imagining Parco Sud, iniziato nel settembre 2007, è un progetto che intende restituire visibilità e immaginario a un territorio antico e rimosso quale il Parco Agricolo Sud di Milano compreso il parco delle risaie dove l’associazione ha la sede.  Le prime fasi del progetto sono state realizzate in collaborazione con le facoltà di Architettura, Agraria, Pianificazione Urbana di Milano, l’Accademia di Belle Arti di Brera, l’Università di Newport (UK) e l’Accademia di Performing Arts della Repubblica Ceca. Hanno collaborato molti artisti compresi Paola Di Bello, Ken Grant, Helen Sear e il progetto è tuttora in corso. E’ in programma una pubblicazione sul progetto.

Arte, Patrimonio e Diritti Umani, Premio per giovani artisti ed istituzioni culturali con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha visto quattro edizioni (2010-2014) a partire dal Simposio internazionale Lost in Translation alla Triennale di Milano, al quale hanno partecipato Maria Theresa Alves, Krzysztof Wodiczko, Adrian Paci, Marjetica Potrč e Luca Vitone oltre a importanti teorici e curatori contemporanei quali Sarat Maharaj.

Il progetto Milano e oltre: creatività giovanile verso nuove ecologie urbane (2010-2013), finanziato dalla Fondazione Cariplo, ha sperimentato nuove forme di committenza sociale e di economia locale,  a partire da quattro laboratori nei quartieri di Barona, Bovisa, Quarto Oggiaro e Bicocca durati due mesi ciascuno con artisti Claudia Losi, Alberto Garutti, Stefano Boccalini e Alterazioni Video. Il progetto ha avuto l’obiettivo di intervenire nella città allargata per offrire ai giovani un’occasione di formazione professionale qualificante, interdisciplinare con l’obiettivo di costruire legami duraturi con il quartiere, il tessuto economico sociale del luogo, le piccole imprese nel campo delle arti visive, del design e dell’innovazione tecnologica.

Lo spazio sotto il cielo (2008-2013), opera pubblica per Piazza Matteotti a Imola a cura di Anna Detheridge realizzata da Studio Azzurro, vincitore del concorso pubblico nell’ambito della riqualificazione della piazza principale della città, iniziato nel 1990, e che ha restituito il centro storico di Imola ai cittadini. Il percorso di rigenerazione urbana e culturale dai tempi lunghi ha portato a un processo di riappropriazione dei luoghi da parte dei cittadini a partire da un  concorso che ha visto la partecipazione di Alfredo Jaar, Studio Azzurro, Grazia Toderi, Luca Vitone e Krystof Wodiczko. Tema centrale: tenere viva la memoria dei caduti imolesi della Prima Guerra Mondiale.

Nel 2013 Piccolo Caos – Sant’Elia Viva! Melodramma in 3 atti progetto di arte pubblica di Marinella Senatore a cura di Connecting Cultures che ha coinvolto la comunità dei cittadini di Sant’Elia, città satellite di Cagliari  in un percorso che ha portato alla realizzazione di un’opera collettiva, espressione dell’anima del quartiere e della sua gente. L’iniziativa rientra all’interno del più ampio programma “Mondi Possibili – re-inventing the city”, ideato dall’amministrazione comunale di Cagliari.

Dencity (dal marzo 2013 al 2016) bando Cariplo per un progetto integrato nel Municipio zona 6 di Milano. Capofila Associazione Culturale Dynamoscopio, principali partner Connecting Cultures e  A77, con ArtKitchen, Comunità del Giambellino, Economia e Sostenibilità, ASP. Il progetto ha mirato a congiungere, attraverso la cultura e la sua pluralità d’espressione, la progettazione di percorsi di coesione sociale, sviluppo economico e di rigenerazione urbana con la valorizzazione dei patrimoni culturali che compongono le diverse anime del vasto municipio 6, (il quartiere Giambellino-Lorenteggio, l’area Solari-Savona-Tortona e la zona Parco Teramo-Barona) in una prospettiva di radicamento territoriale, creando un modello sostenibile di sviluppo locale e partecipato. Tra le opere realizzate l’Arena Verde di Emilio Fantin, Ergonomica performance tra Danza e Architettura di Elisabetta Consonni, workshop di Ettore Favini.

Fashion as Social Energy 2015 Palazzo Morando, Museo della Moda, Milano a cura di Anna Detheridge e Gabi Scardi è la prima mostra in Italia dedicata al rapporto tra Arte e Moda, declinato e interpretato da 14 tra i maggiori artisti nazionali e internazionali. Tra gli artisti presenti Lucy Orta, Kimsooja, Michelangelo Pistoletto, Claudia Losi, Marzia Migliora e Luigi Coppola.

Out of Fashion (dal 2014), corso di formazione nell’ambito della moda consapevole, etico e responsabile che risponde alla domanda di visioni progettuali e culturali del sistema moda fondate su criteri innovativi e sostenibili. La masterclass ideata e sperimentata all’interno di Dencity nel 2014 è da allora una piattaforma di formazione e di ricerca sul tema della sostenibilità nell’ambito del design, delle arti visive e della moda con partner CNA e Fondazione Gianfranco Ferrè.

Incontri Interculturali (2015-2017) è un corso di formazione per guide museali interculturali finalizzato alla valorizzazione delle collezioni d’arte della città di Milano e al dialogo tra le culture della società plurale contemporanea. Il progetto consiste nell’individuazione di percorsi tematici attraverso le raccolte pubbliche di beni storico-artistici, condotti ed interpretati da guide d’eccezione provenienti da culture diverse. Gli Incontri si sono svolti in collaborazione con Comunità Nuova Onlus e col sostegno della Fondazione Cariplo e di UBS.

Nel 2017 Connecting Cultures insieme all’Associazione Isole ha vinto il bando Italian Council, indetto dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del Mibact, con il progetto di ricerca Arte e Legalità e la produzione della prima di una serie di opere, Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima dell’artista Eva Frapiccini, dedicata alle vittime della mafia siciliana e alla cultura della legalità. La mostra è allestita all’Archivio di Stato di Palermo

Out of Place 2018-2019, un corso di formazione sul tema della rigenerazione urbana attraverso la cultura, con un approccio interdisciplinare e la collaborazione di diversi artisti.

Sartoria Migrante 2018-2019, un progetto di formazione e di lavoro collettivo in cui designer italiani e donne e uomini di diverse provenienze in possesso di competenze artigianali e sartoriali, collaborano insieme per la realizzazione di collezioni capsule di design sostenibile. L’obiettivo è quello di valorizzare e potenziare il patrimonio di conoscenze e abilità possedute dalle persone che giungono in Italia per realizzare un prodotto di alto valore estetico e allo stesso tempo sostenibile, con l’utilizzo di materiali di riuso.