Ultima tappa nelle biblioteche di Brescia dell’installazione di virginiapertutte, l’opera partecipata di Patrizia Benedetta Fratus a cura di Ilaria Bignotti e Connecting Cultures, dal saggio “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf.
Dopo essere stata ospitata nelle biblioteche Porto delle Culture, Museo di Scienze Naturali e Parco Gallo, quest’ultima esposizione si è svolta in collaborazione con il Comitato di Quartiere Don Bosco, arriva all’interno delle preziose sale della Biblioteca Queriniana in via Mazzini 1 dove verrà esposta al pubblico sabato 15 ottobre.

In occasione di quest’ultima installazione si terrà, dalle 15.00 alle 16.30, una tavola rotonda dal titolo “Il potere della parola: Se diventiamo creatrici di storia, diventiamo creatrici di mondi”. Dopo i saluti di Ennio Ferraglio, direttore del sistema bibliotecario urbano di Brescia, Giovanni Rizzardi, delegato alla commissione Cultura della Fondazione Comunità Bresciana e Ludovica Paoletti, presidente di Brescia Soccorso, si confronteranno sul tema del linguaggio e sulla necessità di una trasmissione della Storia che tenga conto del contributo femminile Martina Rosola, filosofa del linguaggio, Patrizia Fratus, artista e Ilaria Bignotti, curatrice. A moderare l’incontro sarà Anna Detheridge, presidente di Connecting Cultures, Fondazione per le arti, l’interdisciplinarietà e la ricerca.

Al termine del dibattito, alle 16.45, si svolgerà una performance teatrale a cura dell’associazione culturale Spazio H. Vox di Fausta Faini e Fabio Venturelli; la performance verrà replicata alle 17.15 e alle 18.00.

L’opera virginiapertutte nasce all’interno di una casa rifugio del centro antiviolenza Butterfly di Brescia, a cui, al dilagare della pandemia, Patrizia Fratus lavorava già da oltre un anno. Dalla lettura del testo di Virginia Woolf e dall’impossibilità di trovarlo nella traduzione delle diverse lingue parlate dalle donne ospitate, è emersa la necessità di uno spazio di comprensione tra mondi, così come di presupposti condivisi. “La narrazione di Virginia porta consapevolezza – sottolinea Fratus – ci conduce con sguardo leggero e poesia, all’evidenza dell’assenza totale delle donne nella narrazione, della mancanza di modelli di donna nati da donne per le donne. Ci mostra come tutto ciò che sappiamo di noi è frutto dell’immaginario di un uomo. Questa cultura patriarcale non ha fatto bene a nessuno: uomini e donne, perché la violenza di genere riguarda entrambi”.

virginiapertutte

Quando è nata quest’opera, per molti mesi è cresciuta alla tastiera di un pc, il filo della rete l’ha portata in giro, permettendo un dialogo globale in un momento di chiusura totale. Poi è diventata in presenza, per mesi, nelle vesti di racconta-storia, Patriza Fratus ha chiesto aiuto per realizzarla. Ogni partecipante ha ricevuto due pezzi di tela bianca sui quali, con filo o penna rossa, ha scritto su di uno il “versetto” assegnato, mentre sull’altro ha vergato la sua traduzione/interpretazione. L’intero testo del saggio di Virginia Woolf è stato, così, tradotto diventando un’immensa opera, testimone e documento del possibile.

Obiettivo finale, grazie alla vendita dei singoli pezzi realizzati, è quello di tradurre e stampare l’intero testo originale in una delle lingue nelle quali non esiste.

Si ricorda che la capienza massima per ogni performance è di 20 persone e che si può prenotare telefonando allo 030.2978210 (da martedì 11 a venerdì 14 dalle 8.45 alle 18.00 e sabato 15 dalle 8.30 alle 12.30).

L’installazione sarà visitabile, da sabato 15 a sabato 22 ottobre, negli orari di apertura della Biblioteca: da martedì a venerdì dalle 8.45 alle 18.00 e il sabato dalle 8.30 alle 12.30.

La foto di apertura è di Sara Bossini per Alberto Petrò