Vishal Tolambia ha vinto la seconda edizione del premio Imagining Sustainable Fashion con un progetto che permette al consumatore di moda sostenibile di trovare prodotti di abbigliamento in linea con i suoi valori: si chiama Fashion Affair ed è un sistema che applica allo shopping di moda le logiche delle app di dating.
Vishal è un giovane ricercatore di moda che dall’India si è trasferito a Londra per sviluppare un percorso di evoluzione nel rapporto tra moda e consumatore che sia improntato sulla parità e la trasparenza attraverso la tecnologia digitale.
Ecco come si racconta nell’intervista che è seguita alla proclamazione della sua vittoria da parte della giuria di Imagining Sustainable Fashion.
Raccontaci un po’ di te, Vishal.
“Ho 24 anni e sono un giovane ricercatore multidisciplinare che si occupa di design, con un MA in Fashion Futures (sostenibilità) presso il London College of Fashion e una laurea in Fashion Design presso il National Institute of Fashion Technology India. La mia famiglia ha giocato un ruolo cruciale nell’ispirarmi nel percorso verso la moda, un settore che mi appassiona da sempre. Mio padre e mio nonno hanno sempre disegnato, tagliato e cucito senza seguire corsi di specializzazione. Io ho iniziato con un percorso di design tradizionale, ma ben presto ho sentito la mancanza di qualcosa, e quel qualcosa era un focus sulla sostenibilità. Ho capito che la sostenibilità è in moltissimi ambiti e che il design e la sostenibilità possono essere applicati insieme ad ogni progetto. La sostenibilità mi ha incoraggiato a guardare oltre lo status quo della moda, a osservare le altre discipline per spingere in avanti i confini di cosa la moda potrebbe essere e dove potrebbe andare”.
Ci descrivi il progetto che ha vinto Imagining Sustainable Fashion?
“Fashion Affair è un progetto sperimentale che offre una nuova visione del futuro. Gli utenti interagiscono con il contesto circostante accedendo in tempo reale alle informazioni sulla filiera produttiva del brand. La nostra app fornisce un sistema per associare gli utenti a prodotti che condividono gli stessi valori e impegni sulla sostenibilità per trovare un abbinamento perfetto. Pensatela come un progetto di incontri di moda – noi la chiamiamo “Fashion Affair” – che utilizza tecnologie emergenti. Si basa sull’attuale sistema delle app di incontri che abbinano le persone a partner che condividono valori simili. È indubbio che l’innovazione tecnologica abbia già iniziato a modificare i paradigmi di business dell’industria della moda. Tutto ciò comporta nuove possibilità per rendere lo shopping più etico e trasparente mantenendolo un’esperienza divertente. Si apriranno nuove strade con il miglioramento del progresso nel digitale per un futuro brillante nell’industria della moda. Ho scelto la realtà aumentata per riflettere sul mio concetto con il mezzo di comunicazione attraverso un video”.
Cosa significa per te vincere il premio Imagining Sustainable Fashion e che impatto avrà sulla tua attività?
“Vincere il premio mi ha dato ulteriori motivazioni e incoraggiamento per il mio lavoro. Mi ha aiutato a rafforzare l’entusiasmo di cui credo che ogni ricercatore abbia bisogno. A volte è difficile sostenere il proprio lavoro nell’industria creativa quando si è appena all’inizio della propria carriera. Ricevere questo premio dimostra che qualcuno mi crede, si fida e incoraggia il mio lavoro di impatto verso il mondo nel quale vogliamo attivare un cambiamento. Questo premio mi sta aiutando a focalizzarmi sullo sviluppo della mia carriera in modo strategico. Favorisce la mia evoluzione e mi promuove con opinioni e prospettive di ampio respiro, offrendo l’interazione con persone e studiosi di diversi background professionali e culturali che lavorano nell’ambito della sostenibilità. Allo stesso tempo rappresenta per me la sfida ad esplorare nuove idee creative. E la cosa migliore è che sono in grado di imparare da professionisti esperti in prima linea in questo settore: CLASS e Connecting Cultures”.
Come è nata l’idea del progetto?
“Fashion Affair faceva parte dei miei studi al London College of Fashion. Dovevamo elaborare le prospettive di design, le teorie e le metodologie esplorate all’interno del nostro campo di studio nel contesto della sostenibilità e della tecnologia, guardando al design sperimentale come un metodo per affrontare una sfida e sviluppare un approccio che desse forma al futuro. Ho scoperto che i consumatori hanno difficoltà a fare scelte etiche a causa della mancanza di trasparenza dell’industria della moda e che questa carenza può essere corretta attraverso le tecnologie emergenti. Ho verificato che i consumatori chiedono trasparenza e che sono disposti a comprare prodotti etici e sostenibili invece che prodotti economici di fast fashion. Tuttavia non sono affatto sicuri che questi prodotti siano davvero sostenibili. Attualmente i marchi dichiarano di seguire valori ed etiche sostenibili ma la loro produzione non è allineata alle richieste e alle aspettative di sostenibilità dei clienti. Recentemente ho osservato parecchie app di incontri farsi strada nel mercato nel Regno Unito e ognuna di esse aveva un’unica funzione: aiutare le persone a incontrarne di nuove in modo sicuro e divertente. Così ho iniziato a esplorare questa idea: e se ci fosse una piattaforma che permettesse ai consumatori di abbinarsi a marchi e prodotti di moda? E se i consumatori potessero scegliere i prodotti valutando i valori dei brand e determinare quale brand fosse in linea con i valori personali? Come in qualsiasi app di incontri, si controlla il profilo della persona, si valuta la persona e, se ci si sente fiduciosi, sicuri ed eccitati, si va all’appuntamento. Ho immaginato di sviluppare “Fashion Affair” così”.
Che tipo di impatto speri di ottenere attraverso la tua app?
“Questa app sfida le narrazioni prevalenti dei problemi dei consumatori nel più ampio contesto sociale, rimodellando il futuro della vendita al dettaglio. La tecnologia emergente sarà la scelta naturale per il futuro business della moda, dato che sempre più consumatori richiedono un’esperienza di shopping senza soluzione di continuità, immersa nell’innovazione digitale. In termini di impatto, porterà a un’industria della moda completamente trasparente dove i consumatori possono esaminare il ciclo di vita di ogni prodotto prima di fare acquisti. Sarà un game-changer perché costringerà tutti i marchi ad essere etici e sostenibili mentre i consumatori potranno decidere da soli se un marchio soddisfa i loro criteri. Supponiamo, per esempio, che un marchio non sia all’altezza delle sue affermazioni. I consumatori avranno queste informazioni a portata di mano e questa app li instraderà verso uno stile di vita migliore e più sostenibile. Attualmente non ci sono piattaforme dove i consumatori misurano il loro impatto sulla sostenibilità attraverso le loro logiche di shopping. Questa app fornirà loro i dati necessari per farlo. Potranno valutare i marchi e prendere le decisioni migliori. Sappiamo tutti che la generazione di consumatori di oggi è ben consapevole delle realtà dell’industria della moda, e se fornita dei mezzi adeguati, con questa app potrà guidare il cambiamento che serve al sistema moda”.
L’applicazione è in produzione? Quando prevedi la sua entrata in funzione?
“Sto lavorando su “Fashion Affair” per svilupparla nel mondo reale da molto tempo. Ho definito il design, il suo funzionamento e come confronterà le informazioni in tempo reale dei prodotti per i consumatori. Allo stato attuale non ho ancora i fondi sufficienti per i tanti progetti in corso con Humanity-centred designs di cui “Fashion Affair” è parte. Attualmente, sto facendo domanda per varie sovvenzioni e fondi e anche per connettermi con diverse persone che possono sostenere i nostri progetti in qualche modo. Dopo lo sviluppo dell’app, abbiamo bisogno di metterci in contatto con marchi e organizzazioni di moda disponibili a condividere le loro informazioni in tempo reale sulla loro filiera produttiva. Come tutti sappiamo, le aziende del nostro settore non sono ancora completamente sostenibili e trasparenti verso i consumatori. C’è ancora un gap di trasparenza da colmare – e che alla fine colmeremo con “Fashion Affair” – ma abbiamo bisogno di collaborazioni concrete con le aziende. Se ci sono marchi o aziende interessate alla trasparenza che vogliono investire o collaborare, sarò molto felice di discutere con loro ulteriormente. Per tornare alla domanda, credo che con la velocità dei progressi tecnologici saremo in grado di sviluppare la app entro un anno, forse prima se riusciremo ad ottenere il giusto supporto”.
Come giovane imprenditore nel campo della moda sostenibile, quali sono secondo te le questioni più urgenti che il settore deve affrontare in questo momento?
“Credo che ogni appassionato e ricercatore di sostenibilità abbia il suo campo di lavoro, e ognuno fa del suo meglio per risolvere i problemi con cui è più in sintonia. All’interno dell’industria, avverto poca attenzione verso le micro-piccole fabbriche di produzione nei paesi in via di sviluppo, come l’India. Affrontano molte sfide, e sorprendentemente l’attuale gestione delle operazioni tessili di queste piccole realtà imprenditoriali è ora sottoposta a un maggiore controllo in tutto il mondo. Come tutti sappiamo, queste piccole e micro imprese di abbigliamento sono quasi del tutto disorganizzate, decentralizzate e basate principalmente su organizzazioni famigliari e domestiche. A causa della loro cattiva gestione dei rifiuti, le loro attività sono state denunciate per l’inquinamento dell’ambiente, le terribili condizioni di lavoro e l’uso eccessivo delle risorse. Credo che questa sia una delle questioni essenziali per i leader dell’industria, gli appassionati di sostenibilità e i consumatori. Abbiamo tutti bisogno di lavorare insieme per attivare il cambiamento. Questo è un problema che riguarda l’attuale industria della moda e deve essere evidenziato al più presto. Questi sono attori principali all’interno della nostra industria e ne sono la struttura portante. Si dovrebbe fornire loro l’attenzione e il sostegno adeguati per uno sviluppo sostenibile che porti a una maggiore prosperità nell’industria della moda”.